martedì 31 agosto 2010

una società segreta

In Italia esiste una strana categoria di persone. Cominciano ad aggirarsi per le strade delle nostre città verso la fine di agosto. Pallidi per l'ansia o perché non hanno fatto le vacanze al mare, tengono in mano strani e misteriosi elenchi, fatti di nomi, cifre e punteggi divisi in tante colonnine, una specie di intricato codice segreto che solo i più abili fra loro dopo anni di studi riescono a decifrare. Si incrociano e con aria spaventata si riconoscono. Spesso si ignorano pervicacemente, a volte si scambiano informazioni ai più incomprensibili su sedi di servizio, spezzoni, assegnazioni provvisorie, utilizzazioni e altri termini che alludono ad operazioni segrete e potenzialmente molto pericolose. Si aggirano nei cortili delle scuole con aria circospetta e lasciano numeri di telefono alle segreterie, ma non per prestazioni erotiche a pagamento, anche se presto saranno costretti a farlo. Bucano il muro di silenzio dei mezzi di informazione con gesti estremi, come incatenamenti di massa, sit-in sui tetti, presìdi in tenda nei cortili. Questo brulichio umano inizia in sordina e trova il suo apice a metà settembre, raggiungendo il parossismo, per poi spegnersi misteriosamente, quando i membri di questa società parellela vengono improvvisamente risucchiati in un buco dello spaziotempo, per poi ricomparire l'anno dopo, sempre più pallidi e concitati. Cristina è una di loro. Cerca di mantenere il sorriso e la leggerezza, perché adesso c'è Sofia e non vuole perdere la voglia di mostrarle quant'è bello un maggiolino su un fiore. Aspettando di scomparire fino al prossimo anno.

Da quest'anno per essere meno invisibili potrebbero diventarlo davvero:
http://www.youtube.com/watch?v=QVUqXxYUhPo

domenica 22 agosto 2010

Charles Bronson nació en Villa Luro

Bienvenidos a bordo. Despues de un tiempo de haber pensado con mi mujer crear un blog, (una idea que teniamos hace un tiempo, pero que por infinitas razones no nos dabamos el tiempo para darlo a la luz), finalmente esta criaturita nació, con el solo objetivo de compartir ideas, reflexiones,etc.
Recuerdo, en los primeros años de la secundaria, aquellas pruebas del prof. de biologia Ziela, o las del prof. de contabilidad (el cual entraba siempre en clase con anteojos oscuros, al mejor estilo Charles Bronson). Un dia este ultimo nos confio, a los ultimos que quedabamos en el aula, una cosa que (al menos para nosotros), quedaria en la historia...la nuestra, claro.
Despues del toque de campana, el Chato, Juanca, Curu yo estabamos preparando la mochila (ante la mirada detras de esos anteojos oscuros del Cholbo, asi le deciamos). El aire que se respiraba solo era interrumpido por los gritos lejanos de los alumnos en el patio.
Antes de salir en fila india a traves de aquella pequeña puerta, el Cholbo, (sintiendo que el momento que estaba esperando habia finalmente llegado), nos dijo, casi con timidez, como queriendo demostrar que, despues de todo, aquella persona distante como pensabamos no lo era en realidad:
-Chicos, perdonen, quisiera hablar con ustedes...si no tienen apuro.
Nos miramos como sin entender demasiado, con la mismas ganas de saber que carajo queria, deseando salir lo mas rapido posible al recreo para comernos el famoso pebete con jamos y queso con Coca Cola, que la rubia hija del kioskero nos preparaba.
Curu, que despues de haber llamado al Chato Martinez que ya estaba acelerando el paso apenas habia cruzado la puerta, nos dijo a mi y a Juanca:
-Esperen muchachos, el prof. quiere decirnos algo.
-Cierren un minuto la puerta, chicos, quisiera contarles una cosa, agrego il prof.
Nos sentamos mientras nos mirabamos, como preguntandonos que carajo quisiera.
Sin sacarse los anteojos, rompio la ansiedad que flotaba en el aire y nos dijo:
-el Charles Bronson que conocen, el de la serie...yo actue de doble en algunas peliculas suyas.
Nos miramos atonitos, sin entender mucho, nos cayó de sorpresa, claro. Cuando el Chato se estaba levantando, disculpandose porque tenia prisa, lo agarre de un brazo y le dije en el oido:
-para boludo, quizas si lo escuchamos y entramos en confianza, safamos algunos puntitos en las pruebas!
Despues de contarnos que compartió el set con nuestro Charles, aquel que nosotros veiamos despues que llegabamos de la escuela, aquel que saltaba desde alturas de las cuales cualquier mortal se hubiese (si le andaba de culo), roto los tobillos o las manos...era el Cholbo!!!
Despues de habernos contado algunas anecdotas, nos firmo un autografo, y con la promesa de mostrarnos algunas fotos que se saco para la inmortalidad, nos apresuramos para no perdernos (como todas las tardes), un nuevo capitulo de nuestro Charles Bronson.
Nos saludamos en la puerta del colegio, y cada uno se fue a su casa. Todos sentimos que ese dia era distinto, contentos por tener como profesor a Charles Bronson en persona, NUESTRO Charles Bronson, nacido en Villa Luro y no en Conecticut, como la historia ha escrito.

En memoria de Charles Bronson (1921-2003):
http://www.youtube.com/watch?v=g_E9vFLw-R0

sabato 21 agosto 2010

La vendetta del pedone

Noi amiamo la Svizzera e non vi sembri un'affermazione azzardata. Questo paese pieno di contraddizioni ha un suo fascino, perverso se vogliamo: la gente vive in modo semplice, pur essendo molto più ricca degli italiani, che invece si indebitano per la borsa di Gucci o per il televisore al plasma… o almeno così vivono i nostri amici e parenti che, a dire il vero, fanno parte del cenacolo degli emigranti latini in questa terra di passaggio e di commerci fin dal Medioevo… quasi tutti ricercatori, persone di cultura fina che però faticano a trovare il loro posto in questo Paese che sembra a volte più indifferente che neutrale. Esiste una Svizzera ricca ed opulenta che riconosciamo solo nei negozi lussuosi della Banhofstrasse di Zurigo e che non ci interessa. La Svizzera che amiamo è quella dei rifugiati; quella della zuppa di Kappel, rappresentata in un quadro alla Kunsthaus di Zurigo, che contadini cattolici e pastori protestanti prepararono con pane e latte per siglare l’armistizio dopo le guerre di religione, mentre nel resto d’Europa continuavano a scannarsi; quella di Henri Dunant, che dopo aver visto la Battaglia di Solferino fondò la Croce Rossa… la Svizzera liberale e pacifica che da sempre convive con quella cinica e corrotta delle banche e del riciclaggio del denaro delle mafie di tutto il mondo.
Passeggiare per Zurigo è un godimento civico per almeno tre banalissimi motivi. Primo motivo: le cabine del telefono pubbliche, grandi, spaziose, con musica rilassante diffusa e guida del telefono digitale incredibilmente sempre funzionante ... a parte il fatto che i telefoni pubblici in Italia sono ormai una rarità e i pochi apparecchi esistenti obbligano a telefonate sotto il sole cocente o la pioggia battente, se ce ne fossero del genere la guida digitale sarebbe divelta o con i tasti rotti, la cabina ricoperta di scritte, il telefono senza cornetta e il pavimento un cimitero di mozziconi di sigaretta. Secondo motivo: i tram che passano ogni cinque minuti, con una biglietteria automatica ad ogni fermata. Terzo motivo: le strisce pedonali, a cui tutti, ma proprio tutti, si fermano sempre, anche solo quando il pedone è fermo a lato della strada con l'intenzione di attaversare. Da qualche giorno anche in Italia è passata una modifica al codice stradale che introduce l'obbligo di stop davanti alle strisce pedonali in presenza del pedone. Ce ne rallegriamo: visto il tempismo con cui questa legge è stata introdotta rispetto al resto dei paesi europei, la legge per le coppie di fatto è attesa per il 2050.

Il geniale Bozzetto, tra l'altro nostro illustre concittadino, anni fa fotografò i vizi italici con sapiente e divertente ironia:




venerdì 20 agosto 2010

multiculturalismo ed embrioni di pollo

Saltate le vacanze in Toscana, con un tempo umidiccio e un persistente raffreddore, Cristina lavora alla sua tesi di dottorato, mentre Roberto scrive una relazione di tirocinio per il suo prossimo esame. Sta infatti studiando per potersi vedere riconosciuta in Italia la laurea conseguita in Argentina. Sofia invece è in compagnia di nonna E, che le canta canzoncine in spagnolo. Ci vuole una certa costanza e una buona dose di passione per portare avanti simili progetti a fine agosto. Cristina si ricorda di Rita Levi Montalcini che nel 1943 allevava embrioni di pollo in un laboratorio allestito in camera da letto e, quasi con vergogna per tanta audacia, la prende come fulgido e irraggiungibile esempio. Così, si prende cura con amore delle sue ventiquattro interviste ad adolescenti di varie nazionalità, raccolte la primavera scorsa fra una poppata e l'altra, sperando di riuscire a trovare un filo rosso, qualcosa che possa assomigliare a un embrione di teoria. Aspettando le vacanze dell'anno prossimo: in Argentina!

giovedì 12 agosto 2010

Splendida splendente!

M., il fratello porteño di Roberto, ha portato in regalo a Cristina una maglietta a rigoni orizzontali bianchi e fucsia, segno che in Argentina gli anni Ottanta o sono tornati di moda o non sono mai passati. Propendiamo per la seconda ipotesi. La stessa maglietta che la Rettore, una cantante pop italiana, indossa in un video del 1979. Cristina andava ancora alle elementari, ma di lì a pochi anni anche lei avrebbe portato quella deliziosa sciarpina dal baluginio dorato, in versione azzurra anziché rosa. Per completare il look le mancherebbero i fuseaux (no, non leggins, avete letto bene: fuseaux!) bianchi lucidi, ma vista la linea post-gravidanza è meglio soprassedere. Che nostalgia!!!

http://www.youtube.com/watch?v=RGVwO20MXK0

martedì 10 agosto 2010

prede o predatori?

Domenica riunione familiare a casa di L., il nipote di Roberto. Infatti M., il fratello di Robi e papà di L., è venuto in Italia dall'Argentina per un mese. Cristina apprende più spagnolo in mezzo alla confusione che raggiunge livelli considerevoli in queste occasioni che in mesi di tranquilla convivenza. Quando c'è M., però, una buona metà delle parole che scorrono a fiumi insieme al vino sono scurrili o gergali. M. è infatti il classico porteño, l'abitante del porto dalla battuta sempre pronta e la passione per il calcio, aggettivo o sostantivo che ormai si applica a tutti gli abitanti della città di Buenos Aires. Non tutti sono all'altezza di portarlo; M. sì. Suo figlio vive con moglie e figlia in una grande e vecchia villa al centro di un cortile di altre case che le sono state costruite intorno nel corso degli anni, con un giardino interno dove solo in parte è stata falciata l'erba alta. Vivono lì, perché la padrona della moglie di L., una signora apparentemente gentile che lavora nel settore alberghiero, ha deciso di ospitarli per non si sa quanto tempo in cambio di un lavoro in nero e altri lavoretti alla casa, abbandonata per anni. Non siamo sicuri che lo scambio sia davvero conveniente. Nel giardino c'è una griglia perfetta per cucinare l'asado, il piatto nazionale argentino a base di carne e salsicce. Siamo quasi completamente vegetariani ormai da diversi mesi, ma mangiare un tomino alla griglia come era nelle previsioni ci sarebbe sembrato quasi uno sfregio al bel quadretto familiare. Immergersi nelle situazioni è sempre la cosa migliore da fare. Cristina per rimanere fedele a questo principio si ubriacò di grappa alle prugne durante un viaggio in Bosnia. In questo caso l'immersione nella lingua e nelle abitudini familiari non ha fatto che bene. Siamo tornati a casa sollevati e contenti di avere un lavoro regolare, almeno per ora, una casa che ci piace, anche se in affitto, e di non voler essere né prede, né predatori.

P.S.: solo per darvi un'idea: se l'ultima cena fosse stata in Argentina, come sarebbe? (per saperlo cliccate sulla freccia in alto a destra)
http://www.marcoslopez.com/marcossubrealismocriollo.htm

martedì 3 agosto 2010

congedo familiare per tutti!

Non sarebbe bello che fosse ovunque come in Svezia, dove per ogni bambino e bambina ci sono 13 mesi di congedo familiare per i genitori, di cui due obbligatori per i papà? I padri faticano ancora ad occuparsi dei figli e le madri spesso devono lasciare il lavoro per quello che viene chiamato lavoro di cura o, termine femminista ma orrendo, di riproduzione (cosa sono i bambini, dei cd?). In Italia c'è una buona legge, ma se il congedo fosse obbligatorio per entrambi i sessi magari le donne non verrebbero più discriminate sul lavoro e si riuscirebbe a fare quel salto culturale che permetterebbe, fra qualche decennio almeno, di raggiungere una reale parità fra uomo e donna. Forse ci sarebbero meno divorzi e più bambini. Poi in Italia manca anche una legge sulle coppie di fatto e quelle omosessuali. Chissà quali e quanti ostacoli per le coppie omosessuali che hanno figli, e ce ne sono. In Argentina invece hanno da poco approvato una legge sui matrimoni omosessuali. Auguri!