giovedì 17 novembre 2011

La babbite

In questi primi giorni di freddo novembrino il tranquillo ménage familiare è stato sconvolto dall'arrivo di una malattia, non sappiamo se stagionale o del tutto fuori stagione come le zanzare sopravvissute all'estate che hanno deciso di svernare in casa nostra. Complici i numerosi impegni del genitore numero uno - essendo la genitrice stata  temporaneamente declassata a numero due - la piccola Sofia è sempre più frequentemente soggetta ad attacchi di babbite acuta - il vocabolo "papi" è stato da tempo soppresso dal lessico familiare. In genere questi attacchi si manifestano alle due di notte, quando i genitori numero uno e numero due dormono beatamente, il fuoco della passione ormai spento sotto due strati di piuma d'oca. La piccola sedotta e abbandonata chiama per il ciuccio o la bambola che non si trovano, fra le lacrime vuole essere portata nel lettone - in verità una ben più modesta piazza e mezza francese - e si abbarbica come l'edera in primavera al semi-incosciente genitore numero uno, ignorando e allontanando con sufficienza la solerte genitrice numero due che cerca inutilmente di convicerla a tornare nel suo lettino. Dopo alcune mattine di risvegli dolorosi per via di un piedino nelle costole o una contrattura alla spalla, la genitrice numero due ha preparato una cura d'urto. Il prossimo sabato sarà la "giornata del papà", con programma per due che prevede colazione, uscita al parco, pranzo in trattoria, pennichella teneramente allacciati e teatro per bambini, mentre lei sarà impegnata in una seduta di massaggio ayurvedico e in gruppo di autocoscienza per sole donne. D'altro canto ... se non ora, quando?