lunedì 1 agosto 2011

Vacanze da disoccupati ovvero: le vie della decrescita sono infinite

La chiamano "decrescita felice", già ne abbiamo parlato sul nostro blog, e anche se non è esattamente la stessa cosa, quando non si hanno liquidi ci sono tanti modi per divertirsi in vacanza, ovvero: le vie della decrescita sono infinite. Così sabato e domenica Roberto ed io, affidata Sofia ai nonni per due stimolanti pomeriggi nella piscinetta di gomma del giardino, abbiamo percorso nei due sensi la Milano-Venezia con un biglietto omaggio della nuova compagnia che gestisce le ferrovie lombarde. Parentesi: non sappiamo se questa nuova compagnia sia privata, in tutto o in parte, e allora ci sarebbe da discutere; ma di certo, nonostante il biglietto omaggio e l'invito a sperimentare i nuovi trasporti integrati, i treni erano in ritardo, senza aria condizionata e sovraffollati, come sempre. Ragion per cui abbiamo compilato il modulo di reclamo che l'impiegato incredibilmente bilingue della stazione di Desenzano sul Garda ci ha fornito immediatamente e senza dare segni d'insofferenza. Forse c'è speranza. A Milano abbiamo visitato il Museo del Novecento, dalla cui terrazza si ha una vista incredibile su piazza Duomo. Invece sul Garda abbiamo amabilmente cazzeggiato, godendoci la luce del lago e concedendoci un bicchere di Lugana doc del territorio in una delle poche cantine che non si chiami "lounge bar" e i cui tavoli non siano a un metro e mezzo di altezza da terra. Adocchiato il primo spazio verde utile in un giardinetto in riva al lago, abbiamo steso la copertina, mangiato i nostri panini al sacco, sonnecchiato e letto il giornale, guardati malissimo da alcuni indignados vestiti per l'aperitivo della domenica. Ci siamo sentiti meno soli quando un'altra buona dozzina di persone ha imitato il nostro dirompente gesto. E' vero: fra i tavolini dei bar e lo svacco libero ci sono le panchine, ma se la classe media sta scomparendo, a quelli in decrescita forzosa non restano che gli estremi. In orizzontale, poi, si sogna meglio.